Il pronto soccorso dell'ospedale Lastaria (quello che rimane), secondo quanto si apprende, è destinato a essere trasformato in punto di primo intervento; lo avrebbe deciso la Regione. L'opera, lenta ma inesorabile, di smembramento del presidio sanitario di Lucera e dei Monti Dauni, nel giro di pochi anni, da Vendola a Emiliano, continua senza sosta. E' un'altra brutta notizia che giunge in un territorio abituato a perdere e a incassare umiliazioni su questa vicenda, nonostante il famoso status di ospedale di zona disagiata visto come ciambella di salvataggio lanciata nel mare procelloso della sanità pugliese e del suo piano di riordino ospedaliero.
Lucera, città bella e disperata, difficile da rimettere in sesto, come tanti altri centri di un Mezzogiorno, mai compiutamente percepito, nei fatti, dal Governo centrale, come opportunità per lo sviluppo dell'intero Paese. Lucera che, col passare del tempo, diventa problematica per i cittadini che l'amano e vorrebbero vederla florida, stimolante, liberata dai laccioli che la tengono avvinta ad una mentalità ancora in buona parte chiusa e restia ai cambiamenti veri. Lucera insidiata nella sua tranquillità da fatti di cronaca che, ormai, sono più di un campanello di allarme. I furti, le rapine (la scorsa settimana colpita ancora una banca), le imprese delinquenziali di teppisti che non disdegnano l'aggressione fisica ai danni di cittadini indifesi, le scorribande di esagitati con incursioni violente nei locali del centro storico, luogo già sede di ogni tipo di degrado negli alcolici fine settimana, la percezione della mancanza di sicurezza, sono argomento su cui, ormai, non è più da rimandare una profonda riflessione da parte di tutti e di tutto il rissoso ceto politico (maggioranza e opposizione), in diretta connessione con le istituzioni che qualcosa possono dirla e, soprattutto, farla.