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Intervista a Franco Scepi
 

Incontriamo Franco Scepi nel corso di una delle sue visite alla città natale che ha ancora un ruolo importante nel suo sistema di sentimenti e ricordi. Partito da Lucera in anni in cui emigrare al Nord per molti giovani era una scelta obbligata, Scepi ha saputo costruirsi una solida fama internazionale, operando in diversi settori nei quali ha sempre imposto la sua creatività. Pittore, scultore, art director, regista, autore di campagne pubblicitarie televisive memorabili, Scepi è un caledoscopio di idee, una fucina di progetti sorretti dal suo incredibile intuito artistico e comunicativo che gli ha permesso di incrociare la strada di gente del calibro di Andy Warhol e Mario Schifano, per citare solo alcuni, e di ricevere importanti riconoscimenti  (chi è Franco Scepi).

Come vede Lucera, la sua città d'origine, quando le capita di tornare?

"Vengo ogni anno per qualche giorno e mi accorgo che Lucera è sempre uguale; le cose stentano a cambiare. Questo è incompatibile con le esigenza dei tempi che viviamo."

Cosa si sente di rimproverarci?

"Nonostante le lamentele ricorrenti, qui, devo dire, si vive ancora bene e mi riferisco alla possibilità di fare una vita tranquilla, mentre al Nord siamo assillati dalla fretta, dal traffico e dai tanti problemi in cui versano le grandi città. Ma Lucera non ha ancora capito le potenzialità di cui dispone. C'è un grande tesoro,la città stessa, che è un fatto economico. I Lucerini devono comprendere che il tesoro che hanno sotto gli occhi deve essere sfruttato per far arrivare gente, turisti, dando più valore alle possibilità di accoglienza. E' la strada che porta allo sviluppo."

E poi, a suo giudizio, quali sono gli altri passi da compiere?

"Lucera ha un grande patrimonio storico-culturale; bisogna, però, farlo sapere, attraverso la creazione di un ufficio stampa, che lavori sulla multimedialità e che riesca a connettersi con i grandi sistemi nazionali ed internazionali. Questo è quanto bisognerebbe fare per dare una dimensione nuova a questa città, insieme ad altre cose allo stesso modo importanti."

E il ruolo che potrebbero assumere i Lucerini famosi nel contesto di questa operazione?

"Io, devo dire, qualcosa ho fatto. Ho portato qui il sindaco di Atene; ho cercato di creare dei gemellaggi con altre realtà. Il problema è che ci si scontra con un contesto organizzativo poco strutturato. Bisogna farle, le cose, e farle bene e immetterle in circuiti comunicativi efficaci. E' necessario uscire dall'isolamento locale e superare le difficoltà che impediscono di far sentire la propria voce, almeno a livello nazionale. Ma per far questo servono soldi."

Non è una cosa facile per una città che, attualmente, vive una grave crisi economica.

"Il punto fondamentale è convogliare l'interesse di sponsor sulla voglia di Lucera di uscire dal guscio in cui si trova; forze economiche che sappiano accompagnare un processo di rinnovamento quanto mai necessario. I soldi del bilancio comunale devono servire per altro; i grandi progetti di sviluppo si realizzano adottando sistemi diversi."

Lucera può farcela?

"Mi costa dirlo, ma non credo che i tempi siano maturi."



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