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Carlantino, un premio a Felice Tagliaferri
 

C’è anche lo scultore carlantinese Felice Tagliaferri nell’elenco dei personaggi che saranno insigniti del "Premio Internazionale Daunia 2008" giunto alla sua sesta edizione. Sabato prossimo, con inizio alle ore 16,00, nell’auditorium Amgas di Foggia, l’associazione culturale "Icaro", presieduta da Giancarlo Roma, premierà, fra gli altri, il più grande scultore cieco italiano. Nato a Carlantino e cieco dall’età di 14 anni, Tagliaferri è protagonista di una storia tanto assurda quanto straordinaria. Felice, grazie proprio alla sua cecità, ha i polpastrelli dotati di una sensibilità fuori da ogni immaginazione mentre il suo cervello disegna le immagini solo ascoltando suoni, parole o sensazioni. Oggi, l’artista dirige la Chiesa dell’Arte di Sala Bolognese dove insegna l’arte della scultura. Le sue opere più importanti sono in marmo o in pietra e l’opera più bella è "La sete della Madonna", una madonna che beve alta due metri e mezzo. Tra i suoi lavori, vanno ricordate la statuetta di creta raffigurante un cane lupo e regalata ad un paese siciliano, Alì Marina, dov’è nata una scuola di cani guida per ciechi e la "lupa" di Roma, regalata all’A.S. Roma. Felice ha esposto le suo opere in decine di mostre in diverse città italiane. "Un premio che onora Felice ma anche tutti i carlantinesi", ha dichiarato Vito Guerrera, sindaco di Carlantino, che sarà presente alla cerimonia. Oltre al primo cittadino di Carlantino, interverranno alla manifestazione anche Elena Gentile, assessore regionale alla solidarietà sociale, Antonio Pepe, presidente della Provincia di Foggia e Orazio Ciliberti, sindaco di Foggia. L’attore e regista di origini foggiane, Michele Placido riceverà un premio speciale mentre l’artista Ninni Maina e il parlamentare Giuseppe Tatarella riceveranno un premio alla memoria. Felice Tagliaferri è uno dei protagonisti del libro scritto dal giornalista scomparso pochi giorni fa, Candido Cannavò, dal titolo "E li chiamano disabili". Questo libro, diviso in 13 capitoli di cui uno interamente dedicato allo scultore di Carlantino, Cannavò l’ha voluto dedicare a quelle persone che hanno saputo trasformare la loro disabilita in un qualcosa di positivo, un omaggio a quei personaggi che da una posizione differente e svantaggiata hanno dimostrato di essere in grado di insegnarci volontà e forza vitale.



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