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LUCERA - SUCCESSO PER IL CONVEGNO NAZIONALE SULLE QUARANTANE
 
Lucera ha ospitato una tre giorni dedicata alla tradizione delle “Bambole Quaresima”. Queste, a seconda dei vari paesi o regioni, assumono diversi nomi : “quarantane” in Puglia; “quaremme” a Montescaglioso; “corajisime” in Calabria; “quaravesime” in Campania; “kreshmza” per le comunità arbëreshe di San Costantino Albanese. Il convegno si è tenuto, lo scorso 29 marzo, nel salone del Circolo Unione, in piazza Duomo.

Nella giornata centrale, con l’ausilio di proiezioni di foto e video, le varie delegazioni partecipanti: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Molise, si sono alternate portando ognuna la propria testimonianza circa la tradizione con il fine di “costruire insieme l’Italia delle Bambole Quaresima”. Ma il convegno ha raggiunto poi un’importanza internazionale grazie alla presenza del Prof. Mikhail Kadatov di Rostov sul Don in Russia, che ha descritto la tradizione armena.

Nella tradizione lucerina la “quarantana” è una vecchia pupazza di cenci neri con in testa un fazzoletto annodato al collo a rappresentare la magra e luttuosa quaresima o la vedova del defunto carnevale. Normalmente penzolava da un filo teso tra due balconi, lungo le strade del centro storico; al di sotto della gonna si inseriva un’arancia (in dialetto lucerino 'u purtuall') nella quale si infilzavano 7 penne: sei nere, tante quante sono le domeniche di penitenza, e una penna bianca.
Il nome fa chiaro riferimento ai quaranta giorni del periodo quaresimale. Per ogni domenica di quaresima si strappava via una penna nera, finché non restava la penna bianca riservata alla domenica della Resurrezione. Unione di elementi pagani e cristiani, quindi, la Quarantana rappresentava una sorta di calendario per la gente del popolo che, a seconda del numero delle penne ancora piantate nell’arancia, poteva tenere il conto dei giorni che mancavano alla Pasqua.
La pupazza così spennata, con l’arancia nel frattempo marcita, veniva data ai ragazzi che la trascinavano festosamente per le strade per poi bruciarla.

Riscoprire questa antica tradizione popolare ha il significato di riappropriarsi di un passato non troppo lontano e di farlo rivivere nel centro storico della città come luogo privilegiato di rappresentazione della memoria.


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Una delle Quarantane espone a Lucera durante la quaresima 2019
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