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RUSSIA 2018 - MARATONA TELEVISIVA E COMMENTI ESAGERATI
 
Il Mondiale senza gli Azzurri non ferma l'appassionato di calcio che in queste settimane diventa stanziale davanti al televisore; chi pensava ad una reazione diversa, magari di rigetto, degli italiani, per la mancata partecipazione della nostra nazionale a Russia 2018, è rimasto deluso: la fase finale della Coppa del mondo non si discute e si guarda, comunque, dalla prima all'ultima partita, con tutti i rituali che ne accompagnano la buona e comoda visione, senza, questa volta, le arrabbiature che ci possono scappare quando in campo c'è l'Italia. E' tutto più rilassante, insomma.

Lo spettacolo, dopo la prima manciata di partite, lo abbiamo già detto, non è esaltante; almeno non lo è, tutto o in parte, quello offerto dalle grandi protagoniste, alle prese con evidenti difficoltà di carattere fisico e tecnico, a causa dell'ardore dimostrato su un palcoscenico così importante dalle squadre considerate per tradizione di livello inferiore. Tuttavia, di spunti che fanno saltare sulla sedia il calciofilo teledipendente ce ne sono, e non tutti provengono dagli uomini più attesi. E' l'aspetto più bello, in fondo, del mondiale che rivela il talento di giocatori non ancora illuminati dalla popolarità catodica.

La televisione commerciale, che per la prima volta trasmette tutte le gare, aggiunge la sua impronta all'evento, con commenti e interventi, parecchi anche in sede di cronaca, che magnificano la bellezza di quello che si vede in campo, anche quando si descrivono fasi di gioco modeste: il "prodotto calcio" deve essere presentato nei modi che tornano utili agli sponsor e chi se ne frega se qualche volta si arriva quasi a vestire i panni del piazzista che, in tv, vende pentole e materassi.

Priorità assoluta, lodare a più non posso il campione di turno, la superstar in vetrina, che renderà, sempre e comunque, le partite avvincenti; e l'avversario debole, meno accreditato, meno ricco e meno corteggiato è la necessaria vittima sacrificale. E' il calcio di oggi, signori, che ha il suo destino legato alle attuali logiche della televisione, quindi alle dinamiche che devono portare soddisfazione agli inserzionisti pubblicitari.

Il mondiale continua; e noi forse felici, e tuttavia immalinconiti, siamo pronti a cogliere i risvolti di sapore antico, di calcio romantico, se ci saranno. Una cosa che risulterebbe conveniente anche per gli irrinunciabili sponsor.

continua


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