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IL SOLITO SALVINI, LA SOLITA LEGA NORD E L'ORGOGLIO DEI MERIDIONALI
 

La calata al Sud, probabilmente, sta lasciando un po' di delusione in Matteo Salvini, nonostante il grande impegno che stanno profondendo i suoi smemorati pretoriani meridionali, che un tempo erano pretoriani di qualcun altro, e le dichiarazioni altisonanti della felpa più famosa della immaginaria Padania. Il Mezzogiorno sta tirando fuori il suo orgoglio e lo sdegno per un uomo che solo pochi mesi fa urlava ancora "Prima il Nord!", bieca espressione, condensato dei bassi istinti leghisti, ruttata per ammonire chiunque pensasse di mettersi di traverso, e disturbare l'ennesima abbuffata padana, a lasciare campo libero e ad arrangiarsi alla meno peggio da cittadini di serie b.

L'erede di Bossi dimostra di essere più cinico e calcolatore del Senatùr; la resurezione della Lega, dal coma in cui era precipitata sotto il peso degli scandali, si nutre, oggi, di una ricetta in cui Salvini mette di tutto, tranne, almeno a parole, il disprezzo per gli italiani che vivono da Roma in giù; e spara, con odio, ad alzo zero contro l'Europa, l'euro, il governo, i migranti, i rom, cavalcando ad arte - complice un panorama politico reticente e inadeguato - la paura e l'insicurezza che la gente avverte per la crisi economica e per il flusso di disperati che fuggono dalla miseria e dalle guerre.

Il piano è sottile, ormai lo hanno capito pure le pietre: invadere le praterie che la dissoluzione dell'elettorato berlusconiano sta creando e puntare la rotta verso le regioni del Mezzogiorno dove, pur infoltendosi le falangi renziane, che pescano ovunque, considerevoli sono ancora i giacimenti del voto moderato e reazionario, con l'obiettivo di diventare il dominus di tutta la destra. Questa possibilità di incamerare un tale consenso val bene - nel ragionamento dell'altro Matteo, a quanto pare - l'abbandono del vasto campionario di insulti rivolti ai Meridionali. Salvini, quindi, si mostra con una presunta nuova pelle, ma il Sud non si fida e soprattutto non dimentica, accogliendolo con copiosi lanci di ortaggi, uova e sonore contestazioni.

La diffidenza e il rancore sono legittimi; e che la Lega di Salvini non abbia smesso di essere la Lega Nord di triste memoria lo conferma quanto pubblicato da Ilfattoquotidiano.it dove si legge che "...la conversione leghista non trova riscontri nell’attività parlamentare. Ilfattoquotidiano.it ha controllato le proposte di legge del Carroccio depositate in Parlamento dall’inizio di questa legislatura. Tra tutti i testi, solo uno è rivolto al Sud. Si tratta dell’iniziativa in favore dell’Istituzione della zona franca – con l’istituzione di benefici fiscali per vari beni di consumo – a Lampedusa e Linosa, sostenuta dal senatore Giacomo Stucchi. Per il resto non c’è traccia del Mezzogiorno. Al contrario, il Nord è sempre presente tra le priorità dei gruppi parlamentari della Lega. Tra Camera e Senato si contano almeno 25 proposte, che a vario titolo puntano ad avvantaggiare Regioni o dare contributi alle amministrazioni settentrionali. Tutto normale, per carità, visto che i parlamentari sono stati eletti in circoscrizioni del nord. Ma rispetto alle promesse, agli impegni e le dichiarazioni d’amore per il Meridione del leader del Carroccio, qualcosa decisamente non quadra".

Se i figli di questa terra, nella cabina elettorale, non rinnegheranno la loro identità, la Lega Nord non avrà lo scalpo del Sud.



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