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UNA LETTRICE - VOGLIO RIPRENDERMI LA MIA LUCERA
 

Riceviamo e pubblichiamo

Io mi chiedo, e vi chiedo, ma in che città viviamo? Che cosa è successo al posto in cui vi sono le nostre radici e quelle dei tanti che hanno dovuto prendere la strada dell'emigrazione verso il nord o l'estero? Molti dicono che, una volta, si viveva meglio, che Lucera era un'isola felice, che la gente era più rispettosa e molto più ben disposta verso il prossimo e aveva a cuore il bene comune, tutte cose che sembrano scomparse. Oggi il luogo dove vivono i miei cari è pieno di problemi, attanagliato dai debiti, distrutto nelle sue speranze e quasi nemico dei giovani che non vi possono trovare nulla per il loro futuro. Da alcuni mesi c'è un nuovo sindaco, Antonio Tutolo, che, secondo me, si è preso sulle spalle un peso enorme e ha deliberatamente deciso di "passare un guaio" per cercare di mettere le cose a posto. Lo so, tutti dicono che sapeva a cosa sarebbe andato incontro, che essendo stato all'opposizione era conscio di quello che avrebbe trovato, ma pare che la situazione, in realtà, sia infinitamente più grave, che di giorno in giorno vengono fuori cose anche impossibili da prevedere. Allora, torno a chiedermi, dove eravamo, noi cittadini, in tutti questi anni in cui Lucera è stata fatta a pezzi? Che cosa abbiamo fatto, come società civile, per contrastare l'arroganza di una classe dirigente che ha messo in secondo ordine gli interessi di tutti? Perché di questo si tratta e non mi pare che il Sindaco dica bugie, faccia la vittima o non voglia assumersi responsabilità, tutt'altro. Lucera è stata smembrata da quella gente, un pezzo a me, un pezzo a te, un pezzo agli amici, un pezzo agli amici degli amici, e così fino alla catastrofe attuale. Nel tempo, i cittadini di Lucera hanno rinunciato al loro ruolo attivo in cambio di promesse mai realizzate, o si sono accontentati di ricevere briciole, perché anche gli amministratori che avevano buoni propositi, e credo ce ne siano stati, alla fine non hanno potuto fare granché in quanto risucchiati nella voragine dell'immobilismo, l'unica e vera legge. Lucera è la città dei contenzionsi milionari, delle "strane vicende edilizie", di un palazzo diroccato in pieno centro di fianco a una imponente cattedrale trecentesca, degli sprechi di denaro pubblico, dei bambini mandati a scuola in locali angusti dove mai un alunno dovrebbe mettere piede, di un monumento come il Castello con un bel tratto di mura a rischio crollo, e l'elenco protrebbe allungarsi ancora, non è difficile, lo sappiamo. Tutto questo sarà pure colpa di qualcuno? Qualcuno che ha rubato il futuro, ma è prima di tutto colpa di tutti noi, proprio di quelli che la catastrofe la stanno subendo sulla propria pelle. Dobbiamo, allora, immettere nella nostra città, nonostante tutto, una gran dose di civismo, di voglia di partecipazione, di voglia di capire. Avere il coraggio di pretendere che Lucera ci appartenga interamente e che il suo destino sia nelle nostre mani e solo nelle nostre mani. Potrò anche sbagliarmi, e spero di no, ma io penso che Tutolo questo voglia fare: restituirci la nostra amata Lucera.

Carmen F.



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