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USB FOGGIA - SCIOPERO. SE NON ORA, QUANDO?
 

Riceviamo e pubblichiamo

Di quali strumenti disponiamo noi lavoratori per difenderci? Basta aver ragione per convincere la controparte? Quante lotte si sono vinte con le parole? Quanti benefici si sono conquistati con le parole? Quanti aumenti salariali, quante mense, quante indennità, quanti passaggi di livello?

Certo, un tempo bastava a volte minacciare un’azione di lotta, per convincere la controparte. Oggi non è più così. Ora che la forza dei lavoratori è stata messa in un angolo per tanti fattori, non basta esibire al padrone i rischi che corre. La nostra forza è stata svilita da motivi oggettivi: la crisi economica, la disoccupazione, i licenziamenti. Ma questi, da soli, non sarebbero stati sufficienti a toglierci tutta l’energia. Sono intervenuti altri fattori: il tradimento dei rappresentanti politici (quasi più nessuno di loro dice "io rappresento gli interessi dei lavoratori"), ma anche l’abbandono delle posizioni di difesa intransigente dei lavoratori da parte di tanti, troppi dirigenti sindacali è stato un oggettivo aiuto alla controparte. Noi lavoratori non abbiamo che uno strumento di forza: lo sciopero.

Da tempo è in atto una campagna per sminuire, depotenziare, annullare lo sciopero come mezzo di lotta. Questa campagna la conducono "padroni" pubblici e privati, assieme ai mass media asserviti al potere. Chiediamoci perché da sempre Confindustria e governo vogliono limitare e infine abolire il diritto di sciopero. La controparte fa il suo mestiere. Siamo noi che non facciamo il nostro interesse, quando affermiamo che lo sciopero oggi è inutile.

L’unico strumento di forza di cui disponiamo, è inutile? Senza gli scioperi non avremmo avuto le pensioni retributive, il sistema sanitario nazionale, lo statuto dei lavoratori e via dicendo. E quanti contratti furono siglati dopo scioperi durati giorni e giorni, quando i soldi erano veramente pochi e i nostri padri, con le "toppe al culo", rinunciavano al pasto per conquistare il diritto alla dignità del lavoro. Crediamo forse che le mense, le pause, la regolamentazione, le otto ore e poi l’abolizione del cottimo, la parità operai impiegati, la contrattazione aziendale e mille altre conquiste siano state il grazioso regalo di padroni generosi e altruisti?

Lo sciopero è la nostra forma di investimento economico, è il nostro capitale di rischio, è il nostro spendere per avere: investiamo il valore di qualche ora di lavoro, per avere diritti che valgono molto di più. O, come i bimbi, crediamo ancora alle favole, a Babbo Natale, agli ottanta euro?

È nello sciopero che il lavoratore si riconosce con gli altri lavoratori e con essi costituisce una forza collettiva: l’unica in grado di tener testa alla forza del padrone. Lo sciopero è l’apporto individuale concreto e più evidente alla forza collettiva, è un gesto "esplicito" e forte di solidarietà e complicità tra lavoratori per la causa comune.

Inutile oggi, è lo sciopero proclamato senza programma, senza determinazione, senza guida, senza strategia. È inefficace lo sciopero contro la (contro)riforma Fornero proclamato un mese dopo l' approvazione. Certo, quello è stato uno sciopero inutile.

Del resto, potremmo tracciare un diagramma del rapporto tra scioperi e condizione generale dei lavoratori. Vedremmo che quando tutti noi stavamo meglio, era perché c’era la potenza degli scioperi a garantirci. Questa forza dipende solo in minor misura dal ciclo economico. Dipende invece e soprattutto, dall’unità dei lavoratori.

Se oggi gli scioperi ci sembrano inefficaci, la responsabilità non è dello strumento, bensì del suo uso: lo sciopero dei confederali contro la Fornero doveva servire ai sindacati che l’hanno indetto solo per far vedere che c’erano ancora.

Lo sciopero contro il "jobs act" e la politica sul lavoro dettata dalla troika al governo Renzi, contro il blocco dei contratti nel pubblico impiego, contro l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, è lotta contro una vera e propria regressione di civiltà, contro l’abolizione del principio di eguaglianza. È uno sciopero contro il ritorno alla divisione dei cittadini tra ceti privilegiati e classe sottomessa.

USB di Foggia invita tutti i lavoratori dell'Istituto di ogno livello, funzione e ruolo, ad unirsi in questa che è lotta per la dignità del lavoro e il rispetto dei diritti dei lavoratori.

VENERDI 24 Ottobre è SCIOPERO GENERALE di tutte le categorie.

Partecipiamo in massa, uniti in un "corpo unico" forte e determinato. Se non scioperiamo anche stavolta, confessiamo la nostra impotenza all’avversario. Ci trasformiamo da lavoratori con una dignità, in pecore disorientate e spaurite.

E sappiamo tutti che fine fanno le pecore...

USB di Foggia



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